Fondi europei, ingegneri poco coinvolti

L'Italia è all'ultimo posto per accesso ai fondi europei

L'Italia è all'ultimo posto per accesso ai fondi europei. Il Cni: "Solo un ingegnere su quattro è coinvolto dalle Regioni nella programmazione, progettazione e attuazione degli interventi per il periodo 2014-2020. Serve un mutamento della governance di tali risorse" L'Europa un'opportunità? Probabilmente solo a parole. Solo il 28,8% degli ingegneri italiani (quasi 68mila sugli oltre 236mila iscritti) e il 10% degli Ordini provinciali di categoria sono stati coinvolti dalle Regioni nella programmazione dei fondi europei per il periodo 2014 - 2020. Eppure, ben il 71,2% di questi professionisti si dice interessato a poter accedere all'utilizzo di tali risorse. È uno dei dati che emerge dallo studio "Analisi del Sistema ordinistico nella prospettiva internazionale: ipotesi di lavoro e confronti" condotto dal Centro Studio del Consiglio nazionale degli Ingegneri, su un campione di 13.271 iscritti. Un'indagine per capire qual è la situazione degli ingegneri italiani nell'esercizio della professione in relazione alle opportunità offerte dall'Unione Europea. Strade e possibilità non ancora ampiamente sfruttare dal Bel Paese. Secondo gli intervistati, infatti, a frenare l'accesso alle iniziative connesse all'utilizzo di fondi europei è un deficit informativo che chiama in causa le Regioni, non sufficientemente capaci di coinvolgere il sistema ordinistico nell'attività di programmazione, progettazione e attuazione degli interventi. Eppure, quando gli ingegneri vengono coinvolti in tali attività, le valutazioni positive sul loro impatto per lo sviluppo del territorio salgono al 57%, rispetto a un dato medio che si attesta attorno al 31,5%. Un ritardo e una lentezza che penalizzano l'intero Paese. Dai dati raccolti, infatti, emerge che, per quanto riguarda i fondi strutturali, al 15 aprile 2014, la percentuale di risorse spese ammontava per il nostro Paese al 54,3%, contro all'83,5% del Portogallo o al 79,3% della Grecia. Specialmente per i Fondi FESR, che hanno maggiore impatto su infrastrutture e sviluppo locale, la quota di spesa del Bel Paese era ferma al 45%, dato rispetto a cui fanno peggio solo Croazia e Romania, di contro a una media continentale che supera il 60%. Eppure i professionisti italiani sono un esercito che, per numero, superano i loro colleghi europei: un milione. E, di questi, quasi un quarto sono ingegneri, con oltre 236mila iscritti. In questa situazione generale, l'indagine ha fotografato anche l'esercizio professionale degli Ingegneri italiani che, principalmente, lavorano in studi individuali (58% degli intervistati) o in forma societaria (13%) tra cui le Società Tra Professionisti, considerate utili dal 51% degli intervistati, soprattutto tra gli under 30, per lo sviluppo della propria attività. Proprio le forme societarie, però, si dimostrano vincenti sul piano fatturato: se quello medio annuo di chi opera in uno studio individuale non supera i 50mila euro, quello degli studi associati sale fino a 173mila e a 385mila per le società di ingegneria. Sebbene il territorio di riferimento degli ingegneri italiani sia principalmente quello provinciale e regionale, il 10% del fatturato arriva da contesti nazionale o esteri e tale percentuale arriva al 27% per le società di ingegneria. Di qui si capisce come l'estero e l'Europa siano le frontiere da conquistare. Per questo, gli iscritti chiedono agli Ordini di organizzare servizi di supporto allo sviluppo dell'attività professionale, all'accesso ai fondi europei e all'inserimento nel mercato del lavoro. Inoltre, si chiede l'implementazione di servizi informativi sulle opportunità di business così come servizi per l'organizzazione e la gestione degli studi e l'avvio di collaborazioni e partenariati con altri soggetti professionali. Tutte richieste che chi opera sul campo sente come prioritarie e che gli Ordini hanno già recepito: il 65% del Presidenti dichiara infatti di aver già predisposto servizi per favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. Caserta, 10 Settembre 2014 Ufficio Stampa Segni e Suoni 0712905005

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Solo un ingegnere su quattro è coinvolto dalle Regioni