Ingegneri: “Servono stabilità ed investimenti”

Il Vice Presidente del CNI Fabio Bonfà: priorità da assegnare al Paese

Una riflessione del Vice presidente Vicario del Cni Fabio Bonfà sulle priorità da assegnare al Paese. Defiscalizzare e tassazione più equa, le indicazioni della categoria per afrontare la crisi del settore edilizio, del panorama abitativo, l'inefficienza Al paese serve innanzitutto stabilità. Lo ha detto chiaramente il Vice presidente Vicario del Cni Fabio Bonfà durante la seconda giornata del Congresso Nazionale di Caserta, in chiusura il 12 settembre. “Se pensiamo che dal nostro congresso di Rimini, settembre 2012 sono cambiati tre Presidenti del Consiglio (Monti, Letta e Renzi), tre Ministri della Giustizia, tre Ministri dello Sviluppo Economico, tre Ministri del Lavoro e solo Lupi è rimasto alle Infrastrutture per due legislazioni, capiamo come si difficile poter perparare una adeguata politica di investimenti, l'unica leva perché la ripresa possa essere resa possibile”. Di certo la crisi economica ha fortemente pesato sulle spalle del settore edilizio, facendone crollare una parte: 446.000 posti di lavoro persi negli ultimi 6 anni, 74.000 all’anno, più di 6000 al mese, 200 ogni giorno. Cifre impressionanti. Più di 11.000 imprese fallite. “Lo stato deve destinare risorse per le opere pubbliche e deve incentivare gli interventi privati attraverso la defiscalizzazione”, spiega ancora Bonfà che continua insistendo sulla necessità di un sistema di tassazione sugli immobili “più equilibrato, in grado di dare slancio ad un settore nevralgico del nostro tessuto economico”. Bonfà cita numeri indicativi a questo poposito: “La tassazione sulla casa è passata, dai 9,2 miliardi del 2011, ai 28 miliardi stimati per il 2014. L’aumento dell’imposizione fiscale, ha generato il deprezzamento di 1000 miliardi del patrimonio edilizio nazionale”. Di fronte alla questione appalti, difficile evitare una riflessione sulla corruzione, tornata alla ribata in Italia con i casi Expo e Mose: “Il costo delle opere pubbliche lievita dal 40 al 50 %, secondo dati della Corte dei Conti, a causa della corruzione, che non è più solo un fattore eticamente negativo, ma nega il principio della libera concorrenza”. Del resto, chiude Bonfà “se occorrono 30 milioni di euro per realizzare un chilometro di autostrada in Italia a fronte dei 15 necessari in Spagna e 35 milioni di euro al km in Italia, in media, per l’alta velocità ferroviaria contro i 10 del resto di Europa possiamo dimenticarci di essere competitivi. Si calcola che l’inadeguatezza e inefficienza producano un costo per il sistema paese di 30 miliardi di euro anno”. Caserta, 9 settembre Ufficio Stampa Segni e Suoni 0712905005

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Defiscalizzare e tassazione più equa