CNI: BENE IL PIANO SCUOLA MA LE NORME TECNICHE RISCHIANO DI FRENARLO

Il CNI sulla proposta di fare della scuola uno dei volani per il rilancio dell'Italia

Per gli ingegneri la messa in sicurezza delle scuole, per essere efficace, necessita non solo di soldi ma anche di revisione delle norme tecniche, innovazione di processo e di progetto e dell'apertura di questi interventi ai giovani professionisti. Zambrano: “Siamo favorevoli ma stavolta alle parole devono seguire i fatti. La priorità è aggiornare le Norme tecniche sulle costruzioni: rischiano di ridurre l’efficacia del piano di Renzi”. Nel discorso pronunciato in occasione del dibattito sulla fiducia al nuovo Governo, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha indicato la scuola come uno dei volani per far ripartire il paese. In particolare, al primo Consiglio dei Ministri sarà presentato un piano di ristrutturazioni che prevede l’adeguamento di circa 2.300 edifici scolastici. L’investimento previsto sarebbe di due miliardi di euro, in deroga al patto di stabilità. “Siamo favorevoli al piano di Renzi – ha dichiarato Armando Zambrano, Presidente del CNI – a patto che alle parole stavolta seguano effettivamente i fatti. Le priorità sono l'aggiornamento delle norme tecniche, il coinvolgimento delle importanti professionalità presenti nel paese, fare di questo programma un’occasione di innovazione ed una opportunità per i giovani”. Gli ingegneri fanno notare come secondo l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) tra il 2004 e il 2012 siano stati attivati appena 1,2 dei 2,3 miliardi stanziati. Questi ultimi arrivano a quasi 3,5 miliardi se si sommano gli 850 milioni stanziati dal Governo Letta e i 300 milioni Inail. Delle risorse complessive previste, dunque, solo un terzo è stato effettivamente erogato. Il CNI, pertanto, si augura che finalmente gli annunci vengano rispettati. “Ancora più urgente – prosegue Zambrano - è il problema relativo all'aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni. Queste incidono pesantemente sul processo di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici nel nostro paese”. Secondo gli ultimi dati del Miur relativi al 2012, esistono circa 13.700 edifici in zona 1 e 2, quindi ad alto rischio sismico. Solo una quota minoritaria è stata progettata rispettando la normativa antisismica e ancora più basso è il numero di edifici che possiedono il certificato di conformità. L’aggiornamento delle norme tecniche, giacenti presso il CSLLPP da oltre 4 anni, dopo infinite riunioni di commissioni di esperti e contributi di tutta la filiera delle costruzioni, nella versione completa esaminata dall'Assemblea del CSLLPP nella seduta dell'ottobre 2012, contiene gli strumenti per operare, in sicurezza, sugli edifici esistenti con criteri avanzati che, supportati da concrete esperienze di ricerca e sul campo, possono generare una economia di scala nel senso migliore del temine. “A questo – conclude Zambrano – va aggiunto un altro aspetto che gli ingegneri da tempo propongono senza successo. Bisogna avviare progetti di adeguamento sismico generale dei singoli edifici, realizzabili attraverso le forme di interventi parziali di miglioramento sismico. In questo modo il piano Renzi potrebbe riguardare un numero maggior di edifici producendo una più estesa riduzione del rischio e favorendo un dosaggio delle risorse”.

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Comunicato stampa